Behind Closed Doors – Maria Manousaki: Un’Ode alla Resilienza in Chiave Jazzistica

Behind Closed Doors – Maria Manousaki

Etichetta discografica: PKmusik

Data di uscita: 4 aprile 2025

La violinista jazz greca Maria Manousaki torna con Behind Closed Doors, il suo terzo album solista, in uscita il 4 aprile 2025 per PKmusik.
Il progetto esplora con intensità temi come speranza, guarigione e forza dello spirito umano.
Conosciuta per il suo stile che fonde jazz contemporaneo e tradizione cretese, Manousaki è una delle voci più originali del world jazz 2025.
Il nuovo album conferma la sua versatilità e la capacità di innovare il jazz greco con elementi etnici e sonorità moderne.
Nel corso della carriera ha collaborato con nomi di rilievo, come Arooj Aftab e Gilad Hekselman.
Con Behind Closed Doors, Maria Manousaki rafforza il suo ruolo centrale nella scena internazionale del violin jazz e della world music.

Dopo anni a New York, Maria Manousaki torna a Chania, la sua città natale in Grecia. A New York aveva inciso gli album Sole Voyage (2015) e Hidden Trails (2021), molto apprezzati dalla critica. L’esperienza americana ha arricchito il suo linguaggio musicale, tra jazz poliritmico e influenze mediterranee.
Il ritorno in Grecia è stato decisivo per la nascita di Behind Closed Doors. Nei suoi album precedenti, Manousaki ha fuso con originalità elementi cretesi e ritmiche jazz contemporanee.
Questa cifra stilistica le ha valso la reputazione di artista visionaria, capace di superare i confini tra i generi.
Behind Closed Doors segna un nuovo capitolo più intimo e introspettivo. Il disco riflette la transizione dall’inverno interiore a una rinascita emotiva e creativa. Il violino guida il racconto sonoro, con un tono narrativo intenso e personale. È la voce principale di un percorso musicale denso di significato e profondità.

Intrecci Sonori e Riflessioni Intime

Il ritorno in Grecia durante un periodo di incertezza ha profondamente influenzato la sonorità di questo nuovo lavoro rispetto alle sue precedenti produzioni newyorkesi. Ascoltiamo direttamente le parole dell’artista in merito, mentre in sottofondo scorre la musica dell’album.

In che modo il ritorno in Grecia e un periodo di introspezione hanno influenzato il suono della sua musica rispetto ai suoi precedenti lavori newyorkesi, “Sole Voyage” e “Hidden Trails”?

Penso che tornare in Grecia durante quel difficile periodo di incertezza abbia fatto emergere in me un elemento di introversione e anche di concentrazione. Improvvisamente ti ritrovi con molto tempo, qualcosa che avevamo dimenticato, con vite così impegnate a inseguire concerti e lavoro. Questo periodo mi ha dato almeno il tempo di concentrarmi di più sul mio io interiore e su ciò che volevo veramente esprimere nella mia musica.

Questa ritrovata introspezione si traduce in un album che cattura l’emozione profonda della perdita, del dolore e del rinnovamento. La title track, “Behind Closed Doors”, composta durante il primo lockdown al suo rientro a Chania dopo anni trascorsi a New York, riflette un periodo di solitudine e riflessione interiore che ha paradossalmente aperto le porte a una reinvenzione artistica. L’elemento distintivo della musica di Maria Manousaki risiede nella sua capacità di intrecciare la tradizione musicale cretese con il linguaggio del jazz contemporaneo.

Riguardo alla fusione di tradizione cretese e jazz contemporaneo mondiale

Un equilibrio delicato e affascinante che l’artista stessa descrive con dovizia di particolari:

Rinomata per la sua fusione di tradizione cretese e jazz contemporaneo mondiale, come bilancia questi due mondi musicali nel suo processo compositivo e nel modo in cui suona il violino? Potrebbe specificare quali elementi distintivi della tradizione musicale cretese integra nel suo approccio jazz e viceversa?

Penso che il modo migliore per descrivere ciò che faccio con l’elemento tradizionale cretese (folk) sia cercare di cogliere il sentimento della musica locale, l’energia della musica e la melodia. La musica locale di Creta ha un suono molto malinconico che mi tocca profondamente, quindi nella mia musica cerco di far emergere questo aspetto. Ovviamente, a causa del mio background musicale e del mio amore per il jazz, ha un suono molto unico perché sto anche aggiungendo armonie jazz e poliritmi alle melodie, il che le rende piuttosto diverse ma allettanti. Un altro modo in cui faccio emergere l’elemento folk nella mia musica è usando una melodia tradizionale eseguita nel mio stile personale e amo usare musicisti locali. Nella traccia sei ho un cantante locale che fa emergere molto l’elemento cretese nella sua voce, e nel mio ultimo brano che si chiama Departed, c’è una piccola sezione in cui è presente lo strumento tradizionale locale chiamato liuto.

Questa fusione non è un semplice accostamento di stili, bensì una vera e propria osmosi culturale e musicale che conferisce all’opera di Manousaki un’identità sonora inconfondibile. L’album si muove agilmente tra cinque composizioni originali e due reinterpretazioni che promettono di rivelare nuove sfumature di brani già noti.

Un Assaggio del Viaggio Sonoro

Ascoltando “Poni tis Panayias”, una delle due reinterpretazioni presenti nell’album e omaggio a Nikos Xylouris, si percepisce immediatamente il forte legame con la tradizione cretese, impreziosito dalla partecipazione di Stratis Skarakis alla voce, che ne esalta l’elemento folk. La presenza del contrabbassista di fama internazionale Petros Klampanis in questo brano (così come in “Behind Closed Doors” e “Departed”) aggiunge una profondità armonica e ritmica di grande pregio.

Il brano d’apertura, “Anapolo”, vede la partecipazione di Christos Rafailidis al vibrafono, creando un’atmosfera eterea e sospesa che introduce l’ascoltatore nel mondo interiore dell’artista. La melodia di Introversion è intrisa di malinconia e si sviluppa con eleganza.
Il violino di Manousaki dialoga con un interplay raffinato. Il core quartet include Dimitris Verdinoglou al pianoforte, Michalis Evdaimon al basso e Alekos Roupas alle percussioni. Il brano nasce durante il lockdown, periodo che ne ispira il tono riflessivo. La musica evolve da un senso iniziale di isolamento a una nuova energia creativa. L’oud di Thomas Meleteas aggiunge un timbro esotico e distintivo. Questo strumento si fonde con naturalezza nel contesto jazz dell’album. Il risultato è una tavolozza sonora ricca e originale.

La Ricchezza degli Ensemble e il Processo di Registrazione

“Behind Closed Doors” vanta la partecipazione di un ensemble stellare di musicisti che hanno contribuito a dare forma alle composizioni di Manousaki, conferendo loro una ricchezza emotiva e una complessità testurale notevoli. Oltre al suo nucleo stabile, l’album vede la preziosa collaborazione di Kyriakos Stavrianoudakis al lute in “Departed”, di Andreas Polyzogopoulos alla tromba in “Behind Closed Doors” e di Ziv Ravitz alla batteria in “Behind Closed Doors” e “Poni tis Panayias”.

La registrazione dell’album si è svolta nell’autunno del 2024 presso lo Studio Sierra di Atene. Manousaki condivide un aneddoto significativo sul processo creativo di uno dei brani:

Generalmente amo stare in studio e registrare la mia musica, sento che è un momento in cui ci si riunisce con altri musicisti e si dà vita a qualcosa di nuovo, il che è così stimolante. Vivendo sull’isola di Creta non ho molte scelte di studi di registrazione, quindi devo volare ad Atene ogni volta che voglio registrare qualcosa.

Una delle tracce che abbiamo registrato, Dragonfly, l’ho composta mentre ero in macchina. So che non dovrei dirlo – la sicurezza viene sempre prima di tutto – ma ecco com’è andata: ero di fretta, guidavo nel tardo pomeriggio con il sole che tramontava in lontananza, e all’improvviso questa melodia mi è venuta in mente. Così ho afferrato rapidamente il telefono e mi sono registrato mentre la canticchiavo come un pazzo.

La cosa bella è che, proprio in quel momento, alcune libellule stavano volando intorno a me – blu e rosse, che considero sempre di buon auspicio.

Qualche settimana dopo, sono andato in studio ad Atene con tutta la band. Ho iniziato a cantare questa melodia e ho detto: “Vorrei registrarla, anche se ho solo la prima e la parte centrale”. Così, di fatto, il brano ha preso forma direttamente in studio, mentre lo incidevamo a sezioni.

È un pezzo piuttosto impegnativo e la cosa buffa è che nessuno aveva scritto la partitura. Quando è arrivato il nostro primo concerto per il lancio del CD, siamo andati nel panico perché nessuno aveva trascritto lo spartito… e, a dire il vero, nessuno ne aveva voglia, visto che era piuttosto complicato! Insomma, una situazione divertente a ripensarci.

Questo racconto vivace offre uno spaccato del processo creativo spontaneo e collaborativo che ha caratterizzato la realizzazione di “Behind Closed Doors”.

Oltre alla sua attività di musicista, Maria Manousaki è una fervente sostenitrice della scena world music, come testimonia il suo ruolo di fondatrice del Cretan World Music Festival. Inoltre, Maria è anche curatrice musicale per la Vlatos Jazz series. Le sue motivazioni e le sfide incontrate in questo ambito sono eloquentemente descritte nelle sue parole:

Come fondatrice del Cretan World Music Festival e curatrice musicale per la Vlatos Jazz series, quali sono i suoi obiettivi primari come sostenitrice della scena world music? Quali sfide e soddisfazioni comporta questo ruolo?

Organizzare festival non è un’attività facile, direi. Ho organizzato il Cretan World Music Festival da sola negli ultimi 10 anni, in diverse location sempre molto uniche e maestose, a volte in antichi teatri, a volte in una vecchia scuola abbandonata, a volte in anfiteatri sulla spiaggia. Ma organizzare un festival è una grande sfida, trovare finanziamenti è estremamente difficile e dover organizzare 20 o 30 musicisti che viaggiano da tutto il mondo è anche piuttosto impegnativo, soprattutto perché sono anch’io una musicista che è super impegnata durante l’estate. I festival portano incredibili musicisti da tutto il mondo che suonano musica jazz, latina, brasiliana, argentina, greca, folk, gypsy swing e altro ancora.

Penso che sia importante per i musicisti sentire di avere una varietà di luoghi in cui esibirsi, in diversi paesi. Il mio obiettivo è rendere questa piccola isola una tappa musicale per le persone, mi piacerebbe che venissero a esibirsi e anche a imparare un po’ della cultura e, naturalmente, vorrei che il mondo sapesse che su quest’isola ogni estate ci sono alcuni festival che meritano di essere visti.

Penso che sia anche importante che la gente del posto abbia accesso a diversi generi musicali, il che è piuttosto difficile su isole come Creta e altri piccoli luoghi che sono molto legati alla loro tradizione. Le persone non sono esposte a questo tipo di musica, quindi sento di fare da ponte tra civiltà e generi musicali, esponendo i locali a qualcosa di unico e viceversa.

Riguardo alla dedica dell’album

Infine, “Behind Closed Doors” si rivela essere più di un semplice album: è un commovente tributo al padre scomparso di Maria Manousaki. L’artista stessa condivide come questa perdita abbia influenzato la creazione del disco:

Behind Closed Doors” è dedicato a suo padre scomparso. Potrebbe condividere come questa perdita ha influenzato la creazione dell’album e come la musica è diventata un “viaggio di guarigione” per lei?

Perdere qualcuno così vicino a te fa emergere tutta una serie di emozioni che non sai nemmeno di avere e ho scoperto di avere molto da esprimere con la mia musica dopo la perdita del mio amato padre. È stato molto naturale sedermi e comporre e semplicemente lasciare che la musica fluisse, ora se ci sia emozione nella musica sta a voi giudicare.

Behind Closed Doors: Un “Nettare” Sonoro Tra Tradizione e Modernità.

“Behind Closed Doors” si rivela un’opera matura e sentita, in cui la notevole abilità di Maria Manousaki al violino si unisce a una profonda sensibilità artistica. La sua originale fusione tra la tradizione cretese e il jazz contemporaneo crea un linguaggio musicale unico e coinvolgente. La critica accoglie favorevolmente l’album, descrivendolo come un “nettare” sonoro apprezzabile su più livelli grazie agli arrangiamenti intelligenti e alla sua maestria violinistica. Viene sottolineata la sua capacità di evitare i cliché del jazz con il violino, offrendo un’esperienza singolare. Dedicato al padre e ispirato al passaggio dall’inverno alla primavera, “Behind Closed Doors” è più di un semplice album: è un intenso viaggio emotivo, una “celebrazione della bellezza e della speranza” destinato a essere considerato tra gli “Essential Albums”. Quest’opera testimonia la sua capacità di trasformare il dolore in resilienza attraverso la musica.

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