Claudio Quartarone Changes (Workin’ Label – 2018)

Sono in uno di questi caldi pomeriggi di questa strana estate del 2018. La voglia di pensare e di fare qualcosa è lontana anni luce.

Meglio ascoltare un pò di musica, ma cosa e di che tipo non riesco a deciderlo: puntiamo su qualcosa da scoprire. La scelta ricade sul nuovo album di Claudio Quartarone: Changes (Cambiamenti). La musica dell’album si dipana, interamente ed esclusivamente, sulla chitarra del protagonista. Terminato l’ascolto, mi vien voglia di approfondire un pò di cose e, decido, di contattare Quartarone e scambiare due chiacchiere con lui.

Riesco a raggiungerlo in una mattinata dove la voglia di chiacchierare e fare qualcosa è ancora più bassa del giorno precedente. Nonostante il caldo, penso che non riuscirò a… “sciogliere il ghiaccio”.

Per quanti di voi non conoscono ancora Claudio Quartarone, eccovi una breve bio.  

Chi è Claudio Quartarone?

Claudio Quartarone, musicalmente versatile ma strettamente ancorato alla tradizione classica di cui ha esteso i confini, inizia lo studio della chitarra classica all’età di otto anni.

Giovanissimo si esibisce regolarmente in chitarra solo, vincendo numerosissimi concorsi musicali, tanto da essere considerato nell’ambiente della chitarra classica un enfant prodige.

Quartarone vive un esperienza musicale in quel di Siena, dove viene notato dal trombettista Enrico Rava che decide di coinvolgerlo nella sua band “Special Edition”. Lo stesso Rava elogia il suo talento al Corriere della Sera: “Un chitarrista veramente incredibile, penso non ho mai sentito in Italia uno così, si chiama Quartarone, viene da Catania, come Francesco Cafiso, quella zona sta dando musicisti mostruosi”.

In seguito collabora con alcuni dei maggiori esponenti del jazz italiano, oltre che avere un’intensa attività come compositore. Incide dischi per la Rai e lavora come produttore discografico.

Saltando la cronaca dei convenevoli, il nostro approccio inizia parlando della sua musica, in generale.

Claudio, le tue influenze musicali sembrano fortemente influenzate dalla musica classica dei primi del ‘900…

La mia formazione, fin dall’inizio, si è sviluppata con le tecniche di quel periodo anche se penso che il lavoro di formazione si debba avvalere anche di una  “coscienza storica” della musica, saper inquadrare uno stile da quale periodo proviene. Secondo il mio punto di vista, questa conoscenza porta a sviluppare delle novità, o delle evoluzioni considerevoli, alla musica. L’alternativa resta quella del talento naturale, quella di chi solo perché è lì, senza studi di base – da autodidatta, riesce a dare un contributo notevole come quello che ha potuto dare, ad esempio, Django Reinhardt.

… e tu ti ritieni un talento naturale?

Da parte mia mi ritengo essere più uno che si è formato grazie ad un intenso lavoro di studio, con una forte influenza di quei musicisti classici, cosiddetti “colti”, del primo novecento europeo, attenzione: non jazzisti.  

Ascoltiamo e Parliamo di "Changes"

Mentre leggete di “Changes”, provate anche ad ascoltarlo.

“Changes” è un album di 11 brani quasi tutti composti da Quartarone. Claudio presenta le varie sfaccettature della parola “Changes”.

Quali tipi di “Cambiamenti” ci racconti in questo nuovo disco?

I “Cambiamenti” sono di carattere musicale, tecnico e stilistico, ma anche personale, racconti di una vita, la mia, che, negli ultimi tempi, è cambiata per tanti aspetti e motivi. Qui, certamente, interessa l’aspetto tecnico/musicale. Si dice, anche, “playing the changes”, suonare gli accordi, accordi che cambiano e che sono in divenire ma, anche, un modo di comporre che parte proprio dalla chitarra. Composizioni nate per chitarra, la quale, così strettamente parte di me, permette la creazione di melodie talmente naturali e spontanee che ritengo magiche ed, il più delle volte, ispirate. Solo dopo, la mia razionalità, il mio cervello, continua il lavoro con l’organizzare il “materiale” sonoro. 

Tra una chiacchiera e l’altra, a cavallo di razionalità e credenze mistico-religiose, arriviamo a parlare anche dei brani del disco.

Entriamo nel dettaglio dei brani che compongono “Changes”: partiamo da quello al quale sei particolarmente legato. Qual’è e perché?  

Ti sembrerà strano ma partirei da “528”. Il titolo, e la stessa musica, traggono ispirazione dal suono prodotto dalla frequenza dei 528 Hz, ritenuta come la frequenza dell’amore universale. Sembrerà assurdo che una persona trascorri un intera ora ad ascoltare questo suono, ma è quello che mi è successo. Ascoltandolo più volte mi sono sentito bene e mi sono sentito ispirato dal creare questo tema, questa composizione. Una musica d’amore.

Chissà perchè ritenevo “Honey C” più legato al tema dell’amore?!

E’ il frutto di un momento della mia vita non necessariamente legato all’amore. Anche se ciò che viviamo ci influenza, la musica vive al di la di noi ed è “autonoma”

Tra una composizione e l’altra: gli standards

Prendiamo in mano il capitolo degli standard presenti nel disco.

Ti confido di “riuscire” a suonare solo quelli che per me rappresentano qualcosa. Non sono il tipo di mostrare la conoscenza e la capacità di suonare tutti gli standard del jazz in 500 modi possibili.

Partiamo con Cherokee, brano solitamente dai ritmi elevati e che, qui, diventa quasi una ballad, un pezzo romantico. In realtà per me è quasi come un corale, un pezzo sacro, per la grandissima attenzione al moto delle parti, a come si muovono le voci.

Ritornando al discorso delle ispirazioni, per me è uno uno standard più ispirato al contrario di “Polka dots and Moonbeams”, più razionale. Su questa composizione, che fù magnificamente interpretata da Wes Montgomery, mi sono spinto a sperimentare “il moto contrario”, una tecnica di composizione, un esercizio di stile.

Tornando alle composizioni … originali, un colpo di scena.

C’è un altro brano che ci suscita curiosità, al di là della composizione in sè: “Pietro Calvagna”. Perdona l’ignoranza, forse ci siamo persi qualcuno di importante nella vita, ma, chi è Pietro Calvagna? 

No, non è un personaggio famoso. Pietro Calvagna è il nome di un mio amico, al quale auguro fama e successo, e che è l’autore del tema di questo brano. È un talentuoso amico che conosce e studia la musica ed al quale “gli ho rubato” questo tema. Così una volta che eravamo insieme gli ho fatto ascoltare la mia versione, e per scherzo, ma anche per ringraziarlo, ho intitolato il brano con il suo nome.

Amore, amicizia, …boxe: “Buster Douglas”‘!?

Il tema di “Buster Douglas”, invece, trae ispirazione dal campione di boxe che sconfisse, Mike Tyson all’apice della sua carriera, della sua forza, grazie ad una promessa fatta alla madre, ad una persona importante, e, quindi, ad una ferrea forza di volontà.  Qui intendo sottolineare la grande forza di volontà che spinse, Douglas, all’impresa sorprendente. Una sorta di rinnovamento moderno della sfida e della storia di Davide e Golia. Quando hai la volontà di raggiungere un obiettivo ci riesci sicuramente. E’ un brano… direi… motivazionale. Come quei libri che vanno tanto di moda. Questa è la storia di Buster Douglas, campione di boxe, ma il brano presenta un colpo di scena: nasce come brano d’amore dedicato ad una persona.

Con questo “colpo di scena” parte un dialogo che tocca sempre meno il disco ma che apre ad argomenti diversi, musicali e non, che danno il via ad un lungo momento di condivisione di pensieri, speranze e progettualità: un altro tassello per la costruzione della casa di “Jazz in Family”. Le relazioni solide  e le emozioni positive sono i pilastri fondamentali del nostro agire quotidiano.

Dal vivo

Ci rimane da informarvi solo su quanto ci siamo detti in merito alla fase promozionale di “Changes”. L’album è, chiaramente, in vendita con i classici canali di diffusione ma viene promosso anche  con concerti dal vivo che toccheranno varie parti d’Italia, nella forma della chitarra solo. Claudio Quartarone potete incontrarlo anche con un progetto di concerti nella forma del jazz trio. 

In entrambi i casi, provate a non farvi sfuggire l’occasione di ascoltarlo, ne vale la pena!

Seguitelo e mantenetevi aggiornati sulle sue attività attraverso il nostro sito o direttamente sulla sua pagina web .

Nel frattempo, “il ghiaccio si è sciolto”, l’estate è più calda, ma la musica, di Claudio Quartarone, rinfranca il nostro spirito!

Track List

1. Honey (C. Quartarone)

2. E. (C. Quartarone)

3. 528 (C. Quartarone)

4. Buster Douglas (C. Quartarone)

5. Modal Age (C. Quartarone)

6. Cherokee (B.Powell / R.Noble)

7. Notune (C. Quartarone)

8. Pietro Calvagna (C. Quartarone)

9. You don’t know what love is (Don Raye / G. De Paul)

10.Polka Dots and Moonbeams (J.Van Heusen/J. Burke)

11. Trap (C. Quartarone)

Data di rilascio: 30 maggio 2018


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