Fiori e Tempeste – Danyart New Quartet
Etichetta discografica: Isulafactory
Data di uscita: 13 dicembre 2024
Daniele Ricciu, in arte “Danyart”, è un sassofonista, compositore e insegnante di sax che intreccia con maestria note e disegno, trasformando emozioni in arte visiva e sonora. Nato musicalmente nella banda della sua città, prima con il clarinetto e poi con il sax tenore, Ricciu ha coltivato una sensibilità melodica che si manifesta in composizioni vibranti e libere da vincoli. I suoi riferimenti artistici, John Coltrane e Wayne Shorter, si riflettono in un linguaggio musicale capace di unire tradizione e innovazione.
Con il suo Danyart New Quartet, Ricciu si definisce un “cantautore senza parole”, affidando alla musica il compito di narrare storie profonde e suggestive. “Fiori e Tempeste”, il suo ultimo progetto discografico, è una sintesi poetica e intensa che cattura e trasporta l’ascoltatore in un universo di emozioni contrastanti.
Daniele Ricciu
Il percorso artistico di Daniele Ricciu è segnato da esperienze che ne hanno plasmato lo stile distintivo. Ha diretto e arrangiato per la “Tinto Brass Marching Band” (2010/2016) e per la “Banda Musicale Città di Tempio” (2013/2015), collaborando con formazioni come “EasyJazzBand” e “Jazz Market”. Il suo approccio creativo ha trovato una dimensione più sperimentale con il gruppo “We Now”, culminando nell’album Accadimenti sonori estemporanei (2018). Queste collaborazioni, unite alla partecipazione a prestigiosi concorsi come il Premio Massimo Urbani e il Concorso Chicco Bettinardi, hanno affinato un linguaggio musicale sofisticato e personale.
Con “Fiori e Tempeste”, Ricciu raggiunge un apice espressivo, fondendo lirismo e audacia improvvisativa in una narrazione sonora che alterna quiete e tumulto. Il brano “Lampedusa” emerge come un affresco struggente, evocativo di tragedia e speranza, incarnando la poetica del disco.
Domande e risposte a Daniele Ricciu
Domanda 1: In che modo le discipline extramusicali influenzano il tuo processo creativo? Puoi approfondire con un esempio, come “Lampedusa”?
Risposta: L’arte visiva, la letteratura e persino la cronaca influenzano profondamente la mia musica, talvolta guidando scelte melodiche e timbriche. “Lampedusa” ne è un esempio paradigmatico: composta nell’ottobre del 2013, prende forma dal dramma della migrazione. Il brano, breve ma intenso, è interamente scritto, senza spazio per l’improvvisazione. Ogni passaggio evoca stati d’animo come paura, rabbia e rassegnazione. La batteria accenna il suono delle campane a morto, mentre sax, piano e contrabbasso disegnano un’atmosfera crepuscolare, avvicinandosi a una musica descrittiva che parla direttamente all’anima.
Domanda 2: La scelta di una musica strumentale risponde a una volontà di lasciare libertà interpretativa o vi è un altro intento?
Risposta: La mia ammirazione per i cantautori mi ha spinto a trovare un linguaggio che potesse esprimere le stesse profondità emotive, ma attraverso il suono. Il mio obiettivo è creare atmosfere che mescolino energia e introspezione, lasciando all’ascoltatore ampio spazio interpretativo. La musica strumentale permette una comunicazione universale, che travalica le parole per parlare direttamente al cuore.
Domanda 3: Quali sono i tuoi progetti futuri? Ci saranno concerti per “Fiori e Tempeste”?
Risposta: La contemporaneità continua a ispirarmi nuovi brani, che presenteremo nei concerti futuri. Il debutto dal vivo di “Fiori e Tempeste” è previsto a Sassari il 19 dicembre e a Tempio Pausania il 21 dicembre. Con l’etichetta Isulafactory stiamo pianificando un tour che attraverserà l’Italia.
Fiori e Tempeste
“Fiori e Tempeste” è un’opera che abbraccia la complessità del jazz contemporaneo, inteso come sintesi di tradizione e sperimentazione. Ricciu attinge al jazz modale e alle improvvisazioni radicali, intrecciandole con melodie di rara bellezza. Il risultato è una musica che respira, si espande e invita alla contemplazione, alternando momenti di silenzio a esplosioni sonore di grande intensità.
Un caleidoscopio sonoro
Ogni brano di “Fiori e Tempeste” è un universo a sé. “Walzer della Sfortuna” gioca con ritmi asimmetrici e tonalità oscure, mentre “Nonostante la vita” celebra la resilienza con una melodia luminosa. “Lampedusa” colpisce per la sua forza drammatica, descrivendo il dramma della migrazione con note cariche di pathos. “Utopian World Peace” è una visione musicale di speranza e idealismo, dove ogni strumento diventa voce di un’aspirazione universale.
I musicisti
Il quartetto che accompagna Ricciu è composto da artisti di straordinaria sensibilità. Simone Sassu al pianoforte offre arrangiamenti di rara eleganza, mentre Lorenzo Sabattini al contrabbasso intreccia armonie profonde e dinamiche. Antonio Argiolas, alla batteria, si distingue per il suo tocco preciso e versatile, capace di passare dalla delicatezza al vigore con straordinaria naturalezza.
Conclusioni
“Fiori e Tempeste” è un’opera che affascina per la sua commistione tra melodie avvolgenti e sperimentazioni audaci. Daniele Ricciu e il suo quartetto plasmano un jazz che, pur sfiorando a tratti territori scontati, riesce a distinguersi per un equilibrio raffinato e una poetica che stimola riflessioni profonde. Quest’album è un invito a scoprire la sensibilità artistica di Ricciu, capace di trasportare l’ascoltatore verso un’utopia sonora pur mantenendo i piedi ben saldi nella realtà.
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