I Dream Too Much: Il Nuovo Album di Elisa Guarrella tra Intimità Jazz e Influenze Britanniche

I Dream Too Much – Elisa Guarrella

Etichetta discografica: Isulafactory

Data di uscita: 24 gennaio 2025

“I Dream Too Much”, il nuovo album live della cantante siciliana Elisa Guarrella, è un’esplorazione affascinante del jazz moderno, con influenze dal panorama britannico e dalla musica classica contemporanea.

Registrato il 15 marzo 2024 al Conservatorio Scontrino di Trapani, l’album vede la collaborazione di un quartetto di musicisti di alto livello: Edoardo Donato al sax alto, Vincenzo Piccione Pipitone al pianoforte, Gianluca Pantaleo al contrabbasso e Giuseppe Nuccio alla batteria.

Un Esordio Maturo e Promettente

Elisa Guarrella, dopo gli studi in canto jazz al Conservatorio A. Scontrino di Trapani, ha partecipato a eventi prestigiosi come il Sicilia Jazz Festival di Palermo e Jaci & Jazz di Acireale. Il suo precedente disco, “About Monk“, dedicato a Thelonious Monk, aveva già dimostrato la sua padronanza del linguaggio jazzistico. In “I Dream Too Much”, Guarrella conferma la sua abilità nel fondere tecnica e improvvisazione, con un timbro vocale che conferisce profondità e autenticità alle sue interpretazioni.

La sua scelta di affrontare standard noti e brani meno conosciuti con un approccio intimo e pudico, come osservato da Danilo Di Termini, evidenzia una sicurezza artistica che mira a far risplendere la bellezza intrinseca di ogni brano.

L’Intervista all’Artista

Prima di analizzare i brani, è importante comprendere le intenzioni e le riflessioni dell’artista attraverso le sue parole, tratte dall’intervista esclusiva che ci ha concesso:

La Scelta del Riarrangiamento Ritmico

Domanda: Considerando che “I Dream Too Much” nasce come valzer in 3/4 ma nell’album è proposto in 4/4, quali sono state le motivazioni principali dietro questa scelta di riarrangiamento ritmico? Come ha influenzato l’interpretazione del brano e il suo impatto emotivo?

Risposta: Va detto che il brano nasce come una ballad; la scelta dell’arrangiamento è stata guidata dalla volontà di ampliare la melodia con un 4/4, valorizzando lo swing. Nonostante possa sembrare un brano leggero nella melodia, il testo affronta temi come i sogni romantici e la solitudine. Spero quindi che questo messaggio, che risulta abbastanza attuale, possa arrivare all’ascoltatore tramite questa versione.

La Struttura Armonica di “Sing Me Softly of the Blues”

Domanda: “Sing Me Softly of the Blues” è descritto come un blues non convenzionale con una struttura atipica. Potrebbe approfondire quali elementi specifici rendono la struttura armonica di questo brano così particolare e come avete lavorato per valorizzare queste peculiarità nell’arrangiamento?

Risposta: “Sing me softly of the blues” è un blues non convenzionale, partendo già dalla sua struttura, che non segue la forma classica del blues a 12 battute ma ne presenta 14. La parte armonica richiama sicuramente quella del blues, ma gli accordi sono stati rielaborati con l’uso di numerose estensioni. La particolarità però, sta soprattutto nell’arrangiamento, che abbiamo scelto di eseguire liberamente, senza tempo (Freely) e nella scelta di Vincenzo al piano, di utilizzare estensioni più spigolose. Tutto ciò ha contribuito a rendere il brano più moderno.

Influenze della Musica Classica Contemporanea

Domanda: L’album esplora il jazz inglese contaminato dalla musica classica contemporanea. Quali sono gli elementi specifici della musica classica contemporanea che hanno influenzato maggiormente l’approccio interpretativo e l’arrangiamento dei brani? Ci sono stati compositori o opere particolari che hanno ispirato questo progetto?

Risposta: È importante sottolineare che il jazz britannico, in generale, è profondamente influenzato dalla musica classica contemporanea, dalla tradizione folk del Regno Unito e dalle sonorità etniche globali. Se dovessi citare un artista o compositore che ha avuto un ruolo determinante in questo progetto, oltre a Norma Winstone, che rappresenta senza dubbio il cuore di questo album, un altro punto di riferimento fondamentale è sicuramente Fred Hersch. Nel suo pianismo e nelle sue composizioni, infatti, si percepisce spesso un’impronta classica, come dimostra chiaramente il brano “A Wish”.

La Dualità Emotiva in “A Wish”

Domanda: In “A Wish”, il testo di Norma Winstone esprime desiderio e rassegnazione. Come ha cercato di trasmettere questa dualità emotiva attraverso la sua interpretazione vocale? Quali sono state le sfide nell’esprimere un sentimento di rassegnazione pur mantenendo un senso di desiderio?

Risposta: Sicuramente è stata una sfida interessante, poiché si tratta di due emozioni apparentemente in conflitto. Nonostante ciò, penso che, se gestite con delicatezza, queste possano in qualche modo coesistere. Per quanto mi riguarda, ho cercato di fare del mio meglio per trasmetterle nel modo corretto, prestando attenzione a dare il giusto peso a ogni singola parola del testo e cercando di immergermi il più possibile nel brano.

L’Omaggio a Norma Winstone

Domanda: L’attenzione è rivolta alle collaborazioni di Norma Winstone. Qual è l’aspetto più significativo dell’arte di Norma Winstone che ha voluto omaggiare con questo album? Quale messaggio o emozione spera di trasmettere al pubblico attraverso la reinterpretazione di questi brani?

Risposta: L’aspetto che più mi colpisce della Winstone è l’utilizzo della voce come un vero e proprio strumento che, privata del testo, riesce comunque a creare paesaggi sonori che trasmettono sensazioni ed emozioni in modo diretto e viscerale. Il mio obiettivo con questo album è stato quello di sperimentare nuove sonorità esplorando un mondo che unisce emozioni e sperimentazioni, cercando di offrire un’esperienza musicale avvolgente in cui l’ascoltatore possa immergersi a pieno.

Un Mosaico di Emozioni e Innovazione Sonora

“I Dream Too Much” si colloca nel solco del jazz moderno influenzato dal panorama britannico, unendo suggestioni della musica classica contemporanea, radici folk e vibrazioni etniche globali. Figure come Norma Winstone e Fred Hersch sono punti di riferimento per questo progetto.

Riletture Originali di Standard Jazz

L’album si distingue per la capacità di illuminare standard noti con una luce inedita. Ad esempio, “I Dream Too Much”, originariamente un valzer in 3/4, è riproposto in 4/4, conferendo al brano una nuova dinamica ritmica.

“Sing Me Softly of the Blues”, composizione di Carla Bley, è un blues non convenzionale con una struttura di 14 battute. L’armonia, arricchita da estensioni, e l’arrangiamento libero contribuiscono alla modernità del brano.

Intimità e Profondità Interpretativa

La delicatezza interpretativa emerge in “A Wish”, una ballad di Fred Hersch con testo di Norma Winstone. Questo brano evoca atmosfere romantiche e malinconiche, esplorando temi di desiderio e rassegnazione. La scelta di una formazione essenziale in duo, pianoforte e voce, dona al brano un’intimità disarmante.

“DISTANCE”, brano di Glauco Venier, riflette un approccio sofisticato. L’arrangiamento dà vita a un dialogo intenso tra voce e sassofono, sorretto da un pianismo malinconico e riflessivo.

Assenza di Recensioni e Interviste

È importante sottolineare, per gli appassionati e per chi segue con attenzione le recensioni musicali, che al momento della stesura di questo articolo non si riscontrano vere e proprie analisi critiche approfondite dedicate a questo album live. Ciò che emerge dalla stampa specializzata sono principalmente presentazioni e annunci dell’uscita di questo nuovo progetto discografico. Similmente, non risultano disponibili interviste esclusive con Elisa Guarrella focalizzate specificamente su “I Dream Too Much“.

Tuttavia, addentrandoci nell’ascolto di questa registrazione dal vivo, possiamo fare alcune considerazioni significative. Pur riconoscendo che una registrazione live può talvolta presentare delle lievi imperfezioni a livello sonoro, è doveroso evidenziare come la qualità complessiva dell’audio sia da considerarsi notevolmente elevata per un evento di tale natura. Un aspetto particolarmente apprezzabile è il sensibile miglioramento nella nitidezza e nella presenza della voce di Elisa Guarrella rispetto alla sua precedente produzione, la cui registrazione sembrava meno curata.

In sintesi, nonostante la mancanza di recensioni dettagliate, l’ascolto di “I Dream Too Much” permette di apprezzare pienamente le doti vocali di Elisa Guarrella, la sua sensibilità interpretativa nel contesto jazz e la qualità dell’accompagnamento musicale, con un interplay efficace e dinamico tra i vari strumentisti. Questo album rappresenta un’interessante esplorazione del jazz moderno, con un occhio di riguardo al panorama britannico influenzato dalla musica classica contemporanea, e merita l’attenzione degli amanti del genere.

I dream too much - Elisa Guarrella
I dream too much – Elisa Guarrella

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