Su Il dono del Fausto Ferraiuolo Trio, molti di voi avranno già letto qualcosa in merito ma, personalmente, non posso esimermi dal commentare questo nuovo lavoro dell’affermato pianista campano. Parto proprio dall’elencarvi questi motivi, a volte anche banali.
- Me lo chiede un amico ed una persona che stimo, professionalmente, tanto.
- Un musicista jazz che ha un cognome simile ed un territorio di origine che combacia con il proprio attira la mia attenzione. Credo che farebbe lo stesso effetto a voi.
- Il titolo del disco: Il dono.
Ecco, io partirei proprio da questo ultimo punto, chiedendo scusa, fin d’ora, per l’estrema personalizzazione dell’argomento.
Donare è un termine importante al quale dobbiamo prestare attenzione e a non banalizzare come spesso facciamo con il termine “Amore”. Donare è un atto, un gesto concreto, con il quale ci liberiamo di qualcosa a cui teniamo, che è esclusivamente nostro, per trasferirlo in modo definitivo ad un altra persona in cambio di nulla e, quasi, mai sostituibile con qualcosa uguale o di simile. Spesso sentiamo parlare di Gratuità in un gesto di donazione e/o d’amore. La prima cosa che mi viene in mente parlando di un argomento simile è un libricino intitolato “Il Dono” e che parla di un esperienza vissuta dall’autore legata alla donazione degli organi post-mortem.
Nel caso di Ferraiuolo, però, tutto parte dal dono delle piccole cose quotidiane, anche un piccolo incontro tra persone. Un momento, quindi, importante e propedeutico alle grandi scelte di donazioni più impegnative. Se non sappiamo “donarci” nel piccolo difficilmente saremo autori di grandi gesti – difficilmente il mondo avrà speranza.
L’argomento del “Dono”, così come il commento strettamente tecnico musicale sarà stato già scritto da qualcun altro. Anche io, quindi, faccio un piccolo Dono al mio amico, commentando il lavoro discografico, e sentendomi come Massimo Troisi quando “donò” al suo amico, Gianni Minà, un intervista in merito alla vittoria dello scudetto del Napoli. Quanti di voi la ricordano? Andate a rivederla qui.
Dunque, andiamo ad ascoltare “Il Dono” di Fausto Ferraiuolo ma… non dimentichiamo il gas aperto e la luce accesa in cucina.
Il Dono – Fausto Ferraiuolo Trio
Parto con il segnalarvi che il disco lo ascolto solo io, se non vi affrettate ad ordinare una delle ultime copie fisiche rimaste. Il disco non è disponibile sulle piattaforme di streaming.
L’album si apre con il brano “Fire island”, che risulta essere subito una sorta di manifesto stilistico del lavoro edito per la Abeat Records. Tanta vitalità ed energia che si intreccia, anche nei momenti più riflessivi del disco, con l’esperienza dei player che ben conoscono il linguaggio temporale del jazz: dal più antico swing alle sonorità caratteristiche di un jazz più moderno ma mai che sfocia nella sperimentazione. Fausto chiama ad incidere, gli 11 brani, Aldo Vigorito al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria. Con i due acclamati musicisti, già da tempo, si era accesa quella scintille utile ad uno scambio di doni musicali e spirituali reciproci:
…la musica fluiva spontaneamente, senza sforzo, ed io rimasi folgorato dalla sua semplicità e dalla sua generosità (Ballard n.d.r.)“. Provai la stessa sensazione di benessere e naturalità che sento quando suono con il mio storico contrabbassista Aldo Vigorito . E ritrovandoci tutti e tre per queste sessions si è ricreata la stessa alchimia.” (Fausto Ferraiuolo)
I brani sono tutti composti da Ferraiuolo, eccetto “Somebody Loves Me” di George Gershwin. Su “Improtune” e ” O Impro mio” entrano nella composizione anche Ballard e Vigorito. Quest’ultimo titolo è una sorta di nuova composizione mischiata al classico napoletano “O Sole Mio”. Molto interessante “C’est tout”, una ballad degna dei classici jazz da sottofondo, mentre la scena del film si svolge in un fumoso night-club. Un altro brano coinvolgente è “4 Septembre” che si apre con un assolo di pianoforte del nostro protagonista in cui risalta il classicismo melodico europeo. Nel mio programma ho voluto sottolineare la bellezza di questo disco con “Astavo Blues” uno swingante blues nel quale abbiamo ci siamo divertiti ad ascoltare le capacità improvvisative dei singoli che si intrecciavano in rapidi e convulsi dialoghi.
Paragonerei “Il Dono” ad una bella brace sulla quale c’è tanta buona carne da gustare, scegliete il vostro pezzo. D’altronde, nel tempo del coronavirus sembra che il mangiare sia il nostro sport migliore.
Scusate il ritardo… però… Ho cominciato da tre!
P.S.: (Messaggio per il mio amico) Salutami la squadra e fagli i miei complimenti.
P.p.s.: Mi auguro che il Fausto abbia acconsentito alla donazione dei propri organi con dichiarazione ufficiale resa al proprio Comune di residenza.
Scopri di più da Jazz in Family
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.