Alberto La Neve & Fabiana Dota - Lidenbrock: concert for sax and voice (Manitu Records - 2017)
Sono passate diverse settimane da quando un amico, conosciuto tramite facebook, ci fà avere del materiale informativo e della musica di un sassofonista calabrese, chiedendoci di ascoltare e fare qualcosa per promuovere quel disco di jazz. Dopo un primo sommario ascolto eravamo decisi a non far nulla e a scartare l’idea di un passaggio radiofonico: al massimo quattro righe infilate in uno dei nostri post/articoli.
Noi cerchiamo di proporre un tipo di jazz immediato, che lasci subito un segno, possibilmente positivo e vitale per chi ci ascolta, possibilmente con tempi medi e non da opere o suite classiche. Vogliamo offrire una musica che sia fruibile come un pezzo pop o rock ma con le sfumature ricche e proprie del jazz, affinché essa sia presente nell’ordinaria quotidianità.
Ci capitano molte proposte di musiche inascoltabili, almeno per i nostri gusti, ma tentiamo sempre di portare rispetto al lavoro e alle attività degli altri. Ripetiamolo ancora, noi non siamo musicisti e quindi non possiamo capire di dinamiche e tecnicismi propri di una composizione. Tutto va considerato e, poi, condiviso a beneficio di chi ci segue.
L’esperienza, però, ci ha insegnato che sul primo ascolto, spesso e volentieri, non si deve mai giudicare. Mai lasciarsi andare, semmai, al particolare stato d’animo di un certo momento della nostra giornata. Infatti, questo disco, pur risultando ostico con il primo ascolto, si era intrufolato nella nostra mente, era da approfondire, aveva qualcosa di diverso.
Lidenbrock
Lo ascoltiamo una seconda, ed una terza, volta e ci decidiamo a chiamare il nostro amico, affinché ci facesse avere la possibilità di scambiare due parole con il sassofonista e compositore Alberto La Neve. Ci aspettiamo di conoscere una persona capace di argomentare bene una scelta coraggiosa e fortemente anticonformista rispetto alle logiche discografiche più comuni. Una scelta di cui Lidenbrock non è il primo capitolo, e che quindi deve essere pienamente e liberamente compresa. D’altronde nessun uomo, o persona, è stupido: ogni azione è frutto di condizioni e circostanze ignote all’altro e che vanno, possibilmente, conosciute e sviluppate attraverso dialoghi sinceri.
La telefonata
- Evitare trascrizioni errate o incomplete;
- Fornire un contributo che non si limiti al solo scritto ma che colga, possibilmente, le emotività e le espressioni dell’uomo in quel momento;
- Creare una chiave d’ascolto per chi non è avvezzo a certa musica ma desidera allargare i propri orizzonti culturali;
- Un interattività, per chi legge, che renda il tutto più coinvolgente.
Driin, Driin... Pronto chi è?
Ogni tanto torna la nostra vena… alternativamente poetica.
Dopo una prima fase di saluto e conoscenza abbiamo chiesto, per sciogliere il ghiaccio, se conosceva un altro musicista jazz, nostro amico e delle stesse parti sue, Paola di Cosenza, e quale fosse la sua “direzione” di jazz. La risposta:
Ti piace collaborare con altri musicisti?
Lidenbrock è il nome del principale personaggio di “Viaggio al centro della terra”, libro di fantasia di Jules Verne. Come è nata l’idea di creare un disco con questo titolo?
L’idea che ci siamo fatti e che tu abbia costruito una specie di colonna sonora, dove tu sei partito dalla visione del film, anzi dalla lettura del libro, ed hai unito “l’immaginazione” delle scene con una base musicale, una suite…
Lidenbrock sembra essere anche una continuazione ideale di Nemesi, il tuo precedente album. Ci puoi raccontare come procedi alla creazione delle tue composizioni e come le realizzi tecnicamente?
Lidenbrock è un concerto per sax ma, come abbiamo già accennato, è un concerto anche per voce. Fabiana Dota: semplice interprete o preziosa collaboratrice nella composizione?
Le tue composizioni sono un “viaggio al centro della… musica” un viaggio di sperimentazione e ricerca: quanto è importante per te e quanto essa è fedele alla tradizione musicale del jazz?
La musica che componi, e poi incidi per la distribuzione al pubblico, è una musica poco commerciale, di non facile ascolto. Una scelta coraggiosa ed importante. Perchè?
L’art work del disco riflette quanto inciso? Aggiungi qualcosa anche su di esso?
Alberto, hai dei musicisti jazz di riferimento ai quali ti sei ispirato in modo particolare? Sia stranieri che italiani…
Come abbiamo già accennato prima, a questo punto, la telefonata è diventata più confidenziale e si è allontanata dal tema principale. Rimanendo in tema jazz: abbiamo dato vita ad un altro tipo di… interplay.
In conclusione
Alla fine di tutto questo abbiamo avuto un impressione di Alberto, e della sua musica, positiva e coinvolgente.
Alberto “regala” a tutti noi un disco che stà a noi farne l’uso che più desideriamo. Per il classico ascoltatore: un disco che va bene per addormentarsi ma che, invece, userete sicuramente per dare una marcia in più alla vostra fantasia, alla vostra cultura e alla vostra vita. Per gli altri musicisti: una possibilità di confronto e di nuove strade da intraprendere, possibilmente in compagnia.
Insomma un disco per tutti e da non far mancare nella propria collezione musicale.
Data di rilascio: 15 dicembre 2017
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