La puntata 72 del 30 novembre 2017
La puntata di questa sera la trasmetteremo dalle pendici del Monte Stella, a Passiac, nello stato americano della Virginia. Saremo ospiti della emittente radiofonica K.J.A.Z. da dove faremo ascoltare solo buona musica.
Non è vero, stiamo scherzando! Ma solo fino ad un certo punto.
Idealmente, condurremo il programma insieme ad una leggenda della radiofonia americana degli anni ’50. Su di lui esiste un disco che, in versione vinile, viene utilizzato, ancora oggi, per testare gli impianti hi-fi. Un noto presentatore radiofonico dei giorni nostri si fà chiamare come lui. La Leggenda trasmetteva solo jazz ed amava conversare con il suo pubblico. Se, ora, siete curiosi di sapere altro, vi aspettiamo questa sera in radio e, nei prossimi giorni, per leggere lo Shining Jewels, il Gioiello Lucente, della settimana. Qui, sul nostro blog.
Questa è solo una delle tante cose che potete ascoltare questa sera. Non anticipiamo altro ed, anzi, ritorniamo su una delle puntate precedenti.
Certamente ricordate che nella puntata del 16 novembre vi abbiamo presentato e parlato di un giovane musicista americano: Sam Taylor. Taylor, oltre all’incisione di un bellissimo album, ci aveva impressionato per aver utilizzato, nella liner note, una frase di Primo Levi.
Noi l’avevamo contattato con l’obiettivo di capire se la frase era stata raccolta ed inserita per puro caso o aveva radici più profonde. Ebbene, Sam ha risposto al nostro quesito facendoci capire che la scelta è ricaduta su Levi perché è uno dei suoi autori preferiti. The Periodic Table (Il sistema periodico – raccolta di racconti editi nel 1975) è uno dei suoi libri preferiti.
E’ bello scoprire un giovane che, oltre a dedicarsi alla musica (jazz), ha una sensibilità artistica interdisciplinare e di largo respiro. Ci permette, prima a noi, di scoprire tante cose belle. Ci dà la possibilità di tenere accese luci su problematiche mai chiuse, anzi attuali.
Il nostro programma, il nostro blog, è anche questo.
A prescindere dai gusti musicali, questa sera abbiamo scelto, anche, un esecuzione musicale di un jazzista d’oltralpe.
La sua musica ci permetterà di evocare sensazioni, profumi e storie di un territorio del vicino oriente. La miscellanea di culture musicali, in questo caso, confermerà che gli incontri di culture devono dar vita e non morte.
Satie, Monk, ritmi “Alaturka” e duduk armeni faranno rivivere le anime di un popolo, e di una cultura, che ha vissuto l’incubo del genocidio, prima ancora degli ebrei.
Qualche volta ci piace tenere sveglie le coscienze e le menti, senza fare chiacchiere, con della buona musica.
Vi aspettiamo, non mancate!
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