La puntata del 7 febbraio 2019 #119: TERZO TEMPO

La puntata del 7 febbraio 2019 coincide con la famosa settimana del Festival di Sanremo. Che grande scoperta!

Non tutti sanno, però, che essa coincide anche con la notte in cui, negli Stati Uniti, vengono assegnati i Grammy Awards. I Grammy Awards sono i premi che, ogni anno, l’industria discografica, quella che conta, assegna alle produzioni discografiche dell’anno trascorso secondo criteri di divisione per generi, sotto-generi e tipi di composizioni. Per farla semplice, mentre il Festival di Sanremo proclama un solo vincitore generale, qui, i vincitori sono tanti a seconda del tipo di musica proposta. Questo, forse, è uno dei motivi per cui in Italia si ascolta sempre e solo la stessa musica.

Per carità, non vogliamo fare nessuna polemica o critica verso il “movimento” sanremese. Diciamo solo che, probabilmente, manca una diversità di vetrine espositive sulla strada principale del paese. Immaginiamo per un attimo di girovagare per Via Montenapoleone, Via dei Condotti o Via Toledo, e vedere sempre e solo negozi di abiti da sposa, o da cerimonia. 

Un altro rapido esempio?

Si dice e si legge spesso che il sistema ferroviario italiano basi i suoi parametri di qualità solo sui servizi dell’Alta Velocità. Diamo per scontato che sia così e paragoniamo tutta la musica che gira intorno al Festival di Sanremo alle stazioni dei treni dell’Alta Velocità. D’altrocanto abbiamo tutti gli altri tipi di musica (jazz, classica, indie etc.) rappresentati dalle tante stazioni locali e secondarie. Queste ultime in numero maggiore ma viste e tenute sempre come stazioni, quasi, di serie B (non ci riferiamo alla loro gestione).

Ecco, così, un Festival di Sanremo, e programmi simili, sempre in prima fascia televisiva e sui mezzi di informazione. Ecco, dei Festival (Umbria, ma non solo), o concerti vari, lasciati ad appannaggio solo di chi può pagare un biglietto, e semmai un viaggio, o alla capacità di scoprirlo su un web/facebook sempre più intasato.     

Segnali di una nazione da spingere sempre meno verso un percorso di attenzione alla diversità e alla scoperta del bello, con un basso livello di senso critico.

Questa Settimana

  1. Il podcast e la playlist
  2. Il mini commento su alcuni album
  3. La Top Jazz Album
  4.  …on tube!!!

Il Podcast

Ecco il player per poter ascoltare la puntata numero 119 di Jazz in Family. Puntata che, come consuetudine, è andata in onda sulle radio che trasmettono il nostro format radiofonico.

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La playlist della settimana

TitoloArtista/GruppoAlbum
KokoroFatoumata DiawaraFenfo
Lovers From Another TimeSantanaIn Search of Mona Lisa
To SorinPaolo Profeti European CollectiveGlide
Holey BaloneyMondongoGastromantic
Roy the KingTime GroveMore Than One Thing
Red HotDirty SixDirty Six
XaviSnarky PuppyXavi
Naked in the DarkCæcilie Norby, Rita Marcotulli, Nicole Johänntgen, Hildegunn Øiseth, Lisa Wulff, Dorota PiotrowskaSisters in Jazz
Caught 22Filippo CosentinoAndromeda

Nella playlist della puntata

Ci piace segnalare ed evidenziare:

(cliccando sulle cover degli album verrai reindirizzato al loro ascolto su una piattaforma di streaming) 

Glide - Paolo Profeti European Collective
Glide - Paolo Profeti European Collective

Guardare la copertina di questo disco ed iniziare il suo ascolto con la prima traccia (After All - Dopo tutto) crea un momento d’ansia. La sensazione è quella di un immagine agli infrarossi, o altra tecnologia simile, utilizzata per individuare forme di vita eteree, o fantasmi. Un pò come avviene in quei film tipo Ghostbusters. Mentre tu cerchi di capire cosa contiene, cosa esprime, quell’immagine, la musica sembra essere la colonna sonora di un film sugli spettri. Vai a cercare e leggere informazioni sull’autore ed ecco che trovi un altra inquietante sorpresa. Paolo Profeti, autore e compositore di questi brani, è stato catturato dall’ammaliante fascino storico e culturale, ma non solo, dell’Europa dell’Est, scegliendo di trasferirsi a Bucarest, dove risiede da oramai 6 anni. Ecco, Bucarest, in Romania, patria della figura leggendaria e misteriosa del vampiro Dracula.

Continuando ad ascoltare il disco, l’alea misteriosa ed onirica rimane, ma assume toni decisamente più tranquillizzanti. Scopriamo, così, un disco che affonda le proprie radici nella tradizione Jazzistica, tradizione che Profeti ben conosce, e al contempo sono assolutamente contemporanee, originali sia nei temi che nel sound stesso della formazione. Si possono rivivere echi del Rock Progressivo dei King Crimson, sonorità elettriche date dall’utilizzo sapiente di effetti, dall’impiego della Moog Guitar e del Synth. A dispetto della varietà e della ricchezza di ispirazioni sonore il tutto è assolutamente coerente e l’album si presenta come un’opera unitaria che porta l’ascoltatore in un’esplorazione ricca ed inaspettata.

Questa ricchezza di diversità è data dalla enorme mole di esperienze di Paolo Profeti ma anche dall’apporto di un Ensemble, altrettanto esperta, e che giunge ad incidere il secondo album insieme. La formazione assume il nome di European Collective, non a caso, perché formata da musicisti di diverse provenienza, all’interno della geografia continentale. Essi sono:  Paolo Profeti: alto sax, flauto, efx, composizioni e arrangiamento – Florian Radu: trombone – Sorin Romanescu: chitarra Moog – Michael Acker: basso elettrico, synth – Alessandro Rossi: batteria, efx – Ana Cristina Leonte: voce, special guest in Le Chiavi di Via Arquà e in Robert’s Glasses.

Profeti ha completato, con il massimo dei voti, il percorso formativo al Conservatorio G. Verdi di Milano. Ha, poi, continuato gli studi attraverso varie occasioni come Master e studi privati con docenti e musicisti internazionali importanti. Il suo nome è presente in diverse incisioni discografiche come sideman. Oggi, è primo sax-alto della Big Band della Radio di stato Romena ed insegna sassofono e tecniche improvvisative nel Dipartimento Jazz del Conservatorio di Musica di Bucarest.

More Than One Thing - Time Grove
More Than One Thing - Time Grove

Quando hai molti dischi da poter, o dover, ascoltare diventa inevitabile che, prima o poi, scegli anche in base alla copertina che più o meno ti attrae. L’artwork di questa copertina è intrigante e rappresenta un volto su di un palloncino legato o in volo. Cosa non ben chiara, quest’ultima, ma che dà il senso di libertà o di ricerca di un agognata liberazione. Leggendo in giro, scopriamo che ciò potrebbe essere un messaggio politico da parte di una formazione di giovani musicisti che ambiscono ad una situazione diversa rispetto a quella che si vive nella loro terra di origine: Israele.

Il Time Grove è una band basata a Tel – Aviv e guidata dall’affermato pianista Nitai Herskovitz. Il resto della formazione è completato da: Rejoicer: synths; Eyal Talmudi: sax; Roy Chen: batteria; Amir Bresler: batteria; Sol Monk: batteria; Bemet: tastiere; Sefi Zisling: tromba; Yonatan Albalak: chitarra. Vari strumenti con più batterie per completare un lavoro straordinariamente potente e moderno.

Questi nove talentuosi strumentisti offrono una gamma completa di emozioni davvero unica. Trame spettrali al pianoforte, trombe euforiche e frenetici tambureggiamenti, flauti egiziani e sintetizzatori che forniscono un sottofondo vorticoso di moderna e sottile elettronica. Questo è More Than One Thing, album d’esordio dei Time Grove.

Un paio di curiosità: il brano “Roy The King” è il momento di accoglienza, riservato dalla band, al batterista Roy Chen;  Eyal Talmudi sembra che suoni uno strumento realizzato ad Harlem nel 1931.

TOP JAZZ ALBUM

Un semplice promemoria sulla sua esistenza.

Durante la settimana, meglio ancora ora, buttateci un occhio per verificare che non vi sia sfuggito qualche disco tra quelli che finora vi abbiamo segnalato. Ricordatevi di indicare il vostro album preferito ma, sopratutto, godetevi la musica in essa contenuta.

... on tube!!!

Per concludere, ecco a voi alcuni dei brani inseriti nella playlist radiofonica in formato video. 

Buona visione!!! 

Attivate le notifiche per il prossimo appuntamento di TERZO TEMPO e non mancate di esserci.

Bye, bye!!!


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