Luigi Blasioli presenta il suo cd: Mestieri d’oltremare e favole di jazz

Luigi Blasioli è un contrabbassista pescarese innamorato del suo strumento nonché grande studioso e di mentalità e vedute ampie. Non ci riferiamo solo ai titoli di studio ottenuti con sacrificio e passione ma al suo carattere che lo porta a scoprire sempre più ciò che lo circonda, nei minimi dettagli. 

Il Blasioli è una persona con la quale si può dialogare in maniera costruttiva ma che non sta a noi, o a questa rubrica, far conoscere per il suo carattere. Il lettore di Jazz in Family, normalmente, è interessato a conoscere e ad approfondire un disco, un prodotto discografico, di recente pubblicazione. Perciò focalizziamo la nostra attenzione è la nostra intervista sul nuovo disco di Luigi: Mestieri d’Oltremare e favole di jazz.

Mestieri d’oltremare e favole di jazz

D.: Partiamo con la nostra chiacchierata chiedendo a Luigi di spiegarci il titolo di questo disco. Esso sembra far riferimento, con la parola “d’oltremare”, agli abitanti e ai lavori dei paesi dell’est Europa o del Nord Africa, ma nello scorrere i titoli dei singoli brani pensiamo che il significato sia un altro. Puoi dirci come nasce il titolo del tuo nuovo album?

R.: Nasce dall’esperienza di vita che ho accumulato viaggiando e avendo a che fare con moltissima gente. Vedo e racconto le loro vite attraverso i loro mestieri che a differenza di una professione sono una vocazione e parte integrante della propria vita. Tutto come se fossero favole.

D.: Favole di fantasia, favole recitate con il linguaggio musicale del jazz. Favole di fantasia, favole che traggono spunto dalla realtà. Quanto c’è di fantasia e quanto di realtà in questo disco?

R.: Moltissima realtà recitata in chiave jazz, raccontata come delle favole.

D.: Ogni singolo brano è un capitolo di questo libro. Ci fai un sunto di questi capitoli?

R.: Mi rifaccio a quanto ho già scritto sull’uscita del disco: Da un insegnamento del passato ho sottolineato in questo mio disco contestuale di “favole” l’importanza del proprio mestiere inteso come arte di fare qualche cosa nella vita che ci permette di essere indipendenti e liberi. Il mestiere differentemente da un lavoro ci identifica. Ogni traccia racconta così:

1 – Metamorfosi
In ogni disco ho inserito un po’ di me come farebbe un pittore. Infatti questo brano riguarda la mia persona e come sono cambiato negli anni. Ero molto diverso da ragazzo, irrequieto, ribelle, anche un rissoso. Nel tempo sono diventato un’altra persona e la musica ha il suo perché in tutto questo. Ho avuto anche la fortuna di incontrare belle persone. E una mia caratteristica da sempre che ho volutamente ripetuto in tutti i miei dischi. Persone che mi hanno fatto riflettere dandomi spunti positivi. E’ stata una fortuna ed un valore aggiunto averle incontrate.
 
2 – Il musicante di Bologna (Primula rossa)
Il musicante di Bologna è un brano tutto per Marco Tamburini trombettista di alta qualità e di grande spessore umano. Lo conobbi per una collaborazione del precedente disco. Ci suonai assieme e diventammo amici non in modo convenzionale. La sera del concerto ad Avellino, dopo una sua battuta su di me, lo mandai all’altro paese. Da buon ex pugile prendo posizione ma, lui mi sorprese toccandomi dentro. Mi disse: “Mi piacciono le persone vere e tu sei molto più di questo!”. Non so cosa gli piacque ma diventammo veramente amici e credo che il mio precedente disco “Sensory Emotions” sia una se non l’ultima sua registrazione da vivente. Quell’estate dopo la sua scomparsa ero molto triste. Sarà perché di amici ne ho persi molti nella vita. Lo ricorderò sempre. “Primula rossa” era il nomignolo in forma simpatica che la sua manager gli diede in quanto sempre poco rintracciabile al telefono.
 
3 – Il navigante di  Skopje (Selimi)
Selimi è un nome di persona vero. Proveniente dalla Macedonia un giorno entrai in una caffetteria e questo ragazzo, non so perché forse aveva bisogno di sfogarsi, mi raccontò la sua vita da quando partì dal suo paese per venire in Italia. Mi capita spesso che le persone anche sconosciute si aprano con me. Non ho mai capito il perché di questo. Mi colpì questo ragazzo e decisi di scriverci un brano. Non l’ho più visto;
 
4 – Anime
È la storia vera di un amore. Le anime che si toccano. Io la notte la vivo veramente da tempo e ne ho viste di cose. Ho frequentato sempre tutti gli ambienti notturni. Per lavoro e per piacere disco, night, teatri, ristoranti, club di ogni sorta, pub sia all’estero che in Italia. In tutto questo trambusto che chiamiamo vita frenetica ci sono ancora anime che si toccano rimanendo segnate per sempre dall’amore nelle sue più svariate forme; 
 
5 – Il guardiano dei giardini di Ineo
Da sempre ormai, non ricordo più da quanto, soffro di sogni ricorrenti e spesso tenebrosi. Questo è uno di quelli che mi ha perseguitato per parecchi giorni. Mi ritrovo davanti ad un ingresso di un giardino stupendo recintato da un’alta siepe. Come ingresso c’è un portale che mi permette di intravedere questo luogo fantastico. Davanti al portale c’è questo essere ingombrante, enorme che fa di tutto per tenermi lontano e non farmi entrare. A un tratto come se mi staccassi da terra, in volo, vedo dall’alto la vera essenza di questo giardino che si rivela come un luogo oscuro popolato dal re di tutti i demoni (Lucifero). Ineo è un mio modo di averlo ribattezzato. Al guardiano che mi aiuta ho dedicato il brano in questione.
 
6 – Giulia tra i cumuli ad Accumoli
Tratto dalla tragedia di Amatrice sul giornale avevo letto delle due sorelline rimaste sotto le macerie. Una delle due deceduta per aver salvato l’altra. Ho giocato sul nome del comune limitrofo, ossia Accumoli, per inquadrare la scena drammatica di questa bimba.
 
7 – Ninna nanna per Olivia
Mia figlia, è nata ed io le rendo omaggio per sempre con un brano tutto suo. È la storia della vita che in qualche modo prende e si ripete facendo in modo che ci si riveda in piccoli atteggiamenti che avevi quando eri ragazzino e che lei espone inconsapevolmente.
 
8 – Il Cercatore di conchiglie
È un fermo immagine che ho inquadrato ascoltando il brano di Lucio Dalla intitolato “Anna Bellanna”. C’è una scena dove questa ragazza raccoglie le conchiglie ma avendo saputo che il fidanzato, tornato dal mare, l’ha tradita durante un suo viaggio, lo uccide e poi riprende a raccogliere pietre e conchiglie. Mi ha sempre colpito questa scena dipinta da Lucio Dalla che, tra crudeltà e passione, esprime l’amore. Il cercatore di conchiglie cerca l’amore. Il cercatore di conchiglie rispecchia tutta la gente che incontro e che si apre confermando il desiderio di voler trovare l’amore vero.
 
9 – Potti, Ciccio e Pepe
La storia di piccoli a quattro zampe. Ho dedicato questo brano a due cani ed un gatto. Ciccio è un gatto, gli altri due sono cani di razza Breton. Uno purtroppo deceduto poiché investito da un’auto di un tizio che pensava di essere sulla pista di Indianapolis.  Un po’ come la Walt Disney, ho immaginato una sorta di dialogo di questi tre amici a quattro zampe.
 
10 – I mestieri e le favole
Esplicito con la mia voce il contenuto del pensiero che ha dato vita al mio disco. Un marchio di fabbrica ormai che si ripete dal primo a questo mio quarto album.

D.: Alla fine della sintesi utile a presentare un libro, o un film, vi è sempre una frase, un commento ad effetto, che crea la suspance e il desiderio, nel pubblico di andare a vedere, di ascoltare in questo caso, l’Opera per intero. Cosa vuoi dirci per creare il desiderio di ascolto?

R.: Vi cito la frase riportata all’interno della copertina del disco scritta da me:

“Anime semplici che colorano la loro vita con quotidiani gesti. 

Afflitti da un complesso di parità … in realtà lasciano un segno al loro passaggio.

Dimenticano spesso che ciò che stanno facendo è ciò che sono e che li porta a presentarsi al mondo nella loro essenza.

I mestieri dell’uomo sono le favole che essi raccontano e le favole sono i loro mestieri.

Restano presenze forti ed imponenti … chi per molti … chi solo per qualcuno che li ricorderà …  sempre.

Alla fine del loro giorno rindosseranno le loro giacche e aggiustandosi il bavero torneranno a casa inconsci di aver scritto un’altra pagina del loro racconto di vita … della loro favola.

La vita è una raccolta di materiale.”

Luigi Blasioli

D.: Mestieri d’Oltremare favole di jazz è un album di brani originali ed inediti. Vuoi raccontarci il processo creativo e compositivo del disco?

R.: Si. È un processo fatto di attente riflessioni, di ricerca sonora, di atmosfere che devono trovare in qualche modo la capacità di spiegare i contenuti attraverso emozioni. C’è una grande organizzazione dietro, tante prove e tanta voglia di fare.

D.: Il disco trae ispirazione da un libro, ma le melodie e le ritmiche quanto sono frutto della cultura tradizionale jazzistica e quanto della tua sperimentazione/evoluzione creativa?

R.: Sono un miscuglio di tutto. Difficile spiegarlo così.

D.: Il processo creativo si concretizza e si realizza con l’apporto di un ensemble. Vuoi presentarceli ed aggiungere qualcosa su di loro e sul vostro grado di affiatamento?

R.: Nel disco siamo: io, autore di tutto e contrabbassista, Cristian Caprarese al piano, Giacomo Parone alla batteria, Pierpaolo Tolloso al sax soprano e tenore in “Il guardiano dei giardini di Ineo” e “Potti, Ciccio e Pepe” che accoglie anche la tromba del musicista statunitense Thomas Kirkpatrick. Però il disco principalmente è da trio. Parlo di Cristian e Giacomo.  Sono come fratelli per me.

D.: Parliamo anche di te. Sei anche un docente di musica, parlaci di questa altra esperienza che vivi quotidianamente…

R.: Sono due cose diverse, che dire. L’una è piena creatività, l’altra è la costante pazienza nel far amare una materia che a volte ha dei forti lati ostici. Bisogna aver pazienza.

D.: Con lo spirito costruttivo che ti caratterizza, cosa cambieresti nel sistema formativo nazionale a favore della musica?… e nel sistema di promozione musicale?

R.: Molte cose. Però, credo siano impossibile nominarle tutte in poco. Diciamo che darei più spazio ai musicisti che scrivono, come me , in modo da appassionare e incuriosire la gente alle nuove idee e nuovi messaggi.

D.: Ci hai detto della tua passione sportiva e che pratichi con continuità. Cosa ti senti di raccontare al pubblico?

R.: Io sono pugile, amo il pugilato, amo combattere, mi piace il mio lato animale. Mi alleno anche in modo animalesco, al freddo, sotto la pioggia, sotto la neve, quando scende il buio, praticando anche sacrifici alimentari con diete ferree e la bilancia sempre a portata di mano. Ho uno spirito che curo con la musica, la ricerca, la spiritualità ed un corpo che alleno come uno che deve fare una guerra in ogni momento. Sono fatto così. Diciamo che sono pacifico non pacifista.

D.: Un ultima cosa: la domanda che vorresti ricevere ma che mai nessuno ti ha fatto?

R.: Come ti senti? Come stai? Ma non come domanda retorica ma, come domanda sentita. Una domanda che a parte mio nonno e mia nonna ed un paio di volte fatta da mia madre non mi hanno mai fatto.

“Mestieri d’Oltremare e favole di jazz” è un disco prodotto dallo stesso Luigi Blasioli e da Gabriele Rampino per l’etichetta pugliese Dodicilune.

Potete acquistarlo nei migliori negozi di dischi e sui principali store digitali.   


Scopri di più da Jazz in Family

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un tuo commento