Si intitola Lunea, è stato pubblicato dall’etichetta discografica AlfaMusic, ed è il primo progetto discografico da band leader di Mauro Mussoni.
“Ascoltando il CD di Mauro Mussoni, ho avvertito un grande impegno riguardo
Flavio Boltro
la composizione.
Brani originali scritti e arrangiati con le sue preziose mani, essendo un
contrabbassista.
Condivido la scelta di musicisti con i quali collabora spesso.
Ritmica affiatata e compatta.
Tre fiati: trombone, sax e tromba eccellenti nelle parti tematiche e solistiche.
Mauro ha realizzato questo suo primo progetto, con umiltà e sincerità.
Solo e ancora buona musica, qualcosa di nuovo da scoprire.
La musica è arte vera, pura e cristallina. Ti arriva diretta al cuore e ti emoziona.
La musica è una grande passione che non ti abbandona.”
Cosa significa Lunea?
Pensa ad un pianeta bellissimo come la Terra ma con un lato oscuro come quello della Luna. Pensalo come se fosse la concretizzazione del tuo essere ed al viaggio (odissea) che dovresti fare per visitarlo e conoscerlo. Unisci le due parole Luna ed odissea…
Sono tantissime le tue collaborazioni professionali, tante le esibizioni e le partecipazioni in album di altri musicisti. Quando hai avvertito per la prima volta la volontà di dar voce ad un tuo lavoro musicale?
Fare musica significa anche ascoltare. Sapere ascoltare gli altri e sapersi ascoltare.
Le collaborazioni, le esibizioni e le partecipazioni, oltre ad influenzarmi e ad insegnarmi tanto, sono servite a maturare l’esperienza necessaria per sapere cosa dire.
Dopo aver ascoltato tanto ho capito cosa volevo dire e negli ultimi due anni ho avuto la necessità di farlo. Non è facile rendere concrete le idee e spesso ci si riesce solamente in parte o a volte per niente. Tuttavia le esperienze ti danno la forza e la spinta necessaria per provarci. Tutte le esperienze, positive o negative, ti fortificano e ti fanno crescere. Dobbiamo ricordarle e ricavarne qualcosa da raccontare, perché la musica è comunicazione… e bisogna avere qualcosa da dire.
LUNEA è un album che riassume queste mie esperienze; esperienze di musica e di vita. Le une sono strettamente connesse con le altre dato che faccio musica per vivere.
Se potessi scegliere un solo brano? ce ne parli?
Sinceramente non riuscirei a sceglierne uno… sarebbe come scegliere tra essere cieco o sordo; scegliere tra non vedere o non sentire. Sarebbe come chiedere ad una madre di scegliere un figlio ed escludere gli altri. Come si fa?! Si vuole bene a tutti…Oppure scegliere fra un braccio ed una gamba… Non saprei! Ogni brano fa parte di un intero: E’ vero che nell’ album ci sono dei brani dei quali sono più soddisfatto rispetto ad altri. E’ normale. Comunque ogni brano mi ha dato qualcosa e apprezzo i lati positivi di tutti. Quindi parlare di uno solo sarebbe come escludere gli altri e mi farebbe sentire in colpa …
Un album in quintetto che vanta nove elementi, ci racconti la scelta della formazione e le featuring?
La formazione principale è quella in quintetto con sax soprano, trombone, pianoforte, contrabbasso e batteria. Questa era la timbrica che volevo. Sapevo che i musicisti erano quelli giusti. Collaboro con loro da tantissimo tempo e in tante situazioni diverse. Quindi ero sicuro del risultato.
Durante il lavoro mi sono accorto che alcuni brani avrebbero potuto essere proposti anche con una timbrica più classica (tromba e sax) unita alle percussioni.
Questo avrebbe potuto arricchire il sound dell’album oltre che soddisfare il mio attaccamento al quintetto jazz classico. Le percussioni inoltre avrebbero impreziosito la ritmica…
Quindi che fare? Rimanere al sicuro o fare il salto nel buio? Il salto nel buio comportava molto lavoro in più…Non ne ero sicuro ma valeva la pena provare. Un’idea va sempre assecondata se possibile! Ho pensato che un gruppo già rodato con cui stavo lavorando avrebbe fatto al caso mio e quindi ho sperimentato questa soluzione.
Dopodiché ho pensato di fondere dove possibile le ritmiche ed i fiati delle due formazioni nei brani per creare ancora più contrasto e per cercare un’ulteriore svolta sonora. In questo modo ho tentato di unire la timbrica che avevo scelto in partenza (più particolare) con quella più tradizionale ma sempre attuale. E’ stato un esperimento deciso all’improvviso. Come una deviazione inaspettata durante il viaggio. Intuisci la direzione ma non sai di preciso dove ti porterà la strada o se il panorama sarà migliore. Mi sono detto: “Se non provi…”.
Quindi ad oggi non saprei dire cosa sarebbe stato meglio o peggio ma sono contento di aver seguito un’idea repentina. Potevo prendere una strada diversa e l’ho presa, succeda quel che succeda. Sono contento di essere stato coraggioso ed incosciente! Lo rifarò.
Sono tanti i palchi sul quale ti sei esibito, in italia ed all’estero, trovi che ci siano delle differenze nell’approccio che il pubblico ha con il jazz?
Che dire…l’Italia è il paese dell’Opera, di Puccini, di Rossini, di Paganini…
Culturalmente le nostre radici affondano lontane dal jazz. Nonostante ci siano musicisti fortissimi in ambito, il jazz rimane un terreno ancora poco esplorato dalla maggioranza.
Se ascoltiamo la produzione artistica attuale di gruppi sconosciuti stranieri (senza fare citazioni) oppure guardiamo le programmazioni dei festival e dei club all’estero, ci rendiamo conto della differenza di tendenza nella ricerca e nelle proposte.
In Italia c’è tanto pubblico e tanti musicisti, discografici, giornalisti, bloggers, organizzatori ed addetti ai lavori che si prodigano con fatica per ascoltare, fare e divulgare musica jazz diversa. Tanti che si interessano, che ascoltano e che non smettono di cercare. Basta fare l’esempio dei ragazzi di Alfamusic – Fabrizio Salvatore, Alessandro Guardia e Anita Pusceddu – che hanno creduto nella mia
musica e mi hanno dato la possibilità di pubblicarla. Li ringrazio moltissimo per questo.
Al momento il circuito del jazz italiano si sostiene a fatica grazie all’interesse, l’attenzione e la buona volontà di eroici appassionati come questi ultimi citati. Questo è già tantissimo e per fortuna esiste! Purtroppo forse ancora non basta.
Credo che all’estero le cose vadano meglio per il fatto che il pubblico sia meno distratto, più abituato e meno diffidente verso le novità. Si dovrebbe cercare di ampliare la varietà di proposte nei festival e nelle rassegne e dare più respiro anche ad artisti nuovi ed innovativi senza aver paura di risposte negative da parte del pubblico. Quando ci sarà più coraggio nelle proposte, il pubblico risponderà sicuramente in maniera positiva anche in Italia perché oggi il jazz è talmente vario che può piacere a tutti; è denso di commistioni: musica etnica, pop, rock ecc. Non si parla più esclusivamente di jazz tradizionale, quindi davvero tutti possono trovare nel jazz qualcosa di vicino ai propri gusti.
E’ vero che il jazz tradizionale è rassicurante ma ricordiamoci che siamo un popolo di esploratori…
Quindi armiamoci di coraggio ed insistiamo. Le idee ci sono…
E qual è il tuo rapporto con il jazz?
Da piccolo i miei genitori avevano un giradischi e sul piatto facevo girare con pari frequenza i Beatles, Louis Armstrong e Frank Sinatra. Rimanevo colpito già a quei tempi dalla musicalità del jazz ed ancora oggi spesso mi trovo stupito dalla sua potenzialità espressiva. È una musica che non finisce mai di sorprendere, capace di sposarsi felicemente con tutti gli stili e di uscirne rinnovata.
Mi sono dedicato allo studio del jazz diversi anni dopo ed in seguito il mio rapporto con lui è diventato quotidiano. Mi accompagna ovunque.
Il jazz è uno stile di vita e come la vita ha tantissime sfaccettature, infinite possibilità e soluzioni diverse per ogni situazione. Per questo merita di essere coltivato.
Siamo in simbiosi!
Idee in fermento?
Tantissime! Cominciano in questo periodo nuovi progetti e alcuni includono anche mie composizioni. Inoltre sto collaborando con musicisti veramente forti.
Ci vorrà un po’ di tempo prima che le cose prendano forma ma nonostante la fatica e l’impegno sono carichissimo ed impaziente. Preferisco non anticipare nulla al momento sia per scaramanzia sia per fattore sorpresa… ma tanta roba bolle in pentola!
Mauro Mussoni contrabbassista, bassista, compositore, arrangiatore. Musicista.
Ci accompagna nel mondo unico del viaggio di ogni uomo alla scoperta della propria meta. Lunea non è il punto di partenza, né di arrivo, ma il punto di osservazione del primo traguardo. Un disco molto energico ed allo stesso tempo maturo e ben arrangiato.
Vi ricordo che potete acquistare Lunea in tutti i migliori negozi di dischi e digital stores.
Mauro Mussoni contrabbassista, bassista, compositore, arrangiatore. Musicista.
Ci accompagna nel mondo unico del viaggio di ogni uomo alla scoperta della propria meta. Lunea non è il punto di partenza, né di arrivo, ma il punto di osservazione del primo traguardo. Un disco molto energico ed allo stesso tempo maturo e ben arrangiato.
Vi ricordo che potete acquistare Lunea in tutti i migliori negozi di dischi e digital stores.
Puoi ascoltare la nostra prima presentazione di Lunea in Jazz in Family programma radio del 24 maggio 2018
Formazione
Mauro Mussoni contrabasso, composizioni ed arrangiamenti
Emiliano Vernizzi sax
Beppe Di Benedetto trombone/euphonium
Massimiliano Rocchetta piano
Marco Frattini batteria e percussioni
Featuring
Giacomo Uncini Tromba
Alessandro Fariselli sax tenore
Fabio Nobile batteria
Luca Mattioni percussioni
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