MAGIP - GB PROJECT (ALFA MUSIC - 2018)
MAGIP è il titolo, nonchè un acronimo, del secondo album, in studio, del GB Project, altro acronimo.
Andiamo in ordine.
MAGIP è l’acronimo dei componenti la formazione: Michele Iaia (batterista), Alessandro Scala (sax tenore e soprano), Gilberto Mazzotti (piano e Fender Rhodes) e Piero Simoncini (contrabasso).
GB Project, invece è l’acronimo del nome del leader della formazione: Gilberto Mazzotti.
A questa line-up bisogna aggiungere, uno special-guest davvero speciale, perché sempre presente e perché bravissimo quanto gli altri componenti: Simone Zanchini (accordion/fisarmonica).
GB Project
I quattro + 1
Il disco è stato pubblicato agli inizi di marzo e, dopo un attento ascolto, abbiamo deciso di scambiare due chiacchiere con il leader del quartetto: Gilberto Mazzotti.
La Telefonata
Al simpatico 56enne pianista e compositore abbiamo chiesto, come prima cosa, quali sono le differenze principali che contraddistinguono MAGIP da IN THE BLOOM?
“La novità è che ci sono molte più ricerche ritmiche, da un punto di vista di strutture compositive. Strutture nate dopo la composizione dei brani, idee di Michele, il batterista. Di solito io porto il brano e poi insieme ognuno mette le proprie idee, come un collage. Dove c’è un fulcro sul quale si crea il quadro finale.”
Essendo tu il compositore principale, quali sono le tue influenze artistiche/musicali?
“In questi brani c’è un pò di tutto, melodia, funk, il contemporaneo. In effetti ho sempre ascoltato, nel passato, molta fusion, partendo dai Weather Report, gli Yellowjackets, ma avendo lavorato molto, fin da giovane, nelle orchestre c’è anche il colore della Romagna e anche della musica classica. La musica non ha limiti, non ha frontiere, se una cosa va bene allora va bene.”
Qual’è il brano principale di questo lavoro?
“Il principale è MAGIP, una sorta di manifesto al quale ho dato per l’appunto un nome composto dall’acronimo di noi quattro e con il quale abbiamo dato il titolo allo stesso cd. Però non lo ritengo, come valore, il pezzo principale in quanto ogni brano ha delle sue caratteristiche ed il suo colore”.
Si, in effetti ogni brano ha una sua caratteristica. Ad esempio, di “Union”, il brano più lungo e meno radiofonico (ma che ci piace molto) cosa puoi aggiungerci?
“E’ un brano che ho composto molto tempo fà quando agl’inizi degli anni ’90 ci fù la costituzione dell’Unione Europea. Un altro brano, che ho composto negli anni ’90, è “In Up” e che quindi risente di una sicura influenza fusion, mitigata dal lavoro del gruppo“.
In radio abbiamo scelto di trasmettere “Volo”, cosa ci aggiungi su di esso?
“E’ un titolo che ho dato dopo la composizione. Ascoltandolo mi dava la sensazione di un viaggio, di partire ed andare in giro nell’aria, un “Volo“.
“Volo”, brano conclusivo del cd e brano che noi cogliamo come occasione di augurio affinché il GB Project spicchi il volo del successo.
Il dialogo, poi, si è dilungato sull’importanza della composizione come momento espressivo dell’artista. Nella composizione bisogna trovare un giusto equilibro tra sperimentazione e piacevole ascolto per il pubblico. Non si può pensare a priori di comporre un brano per un motivo o l’altro ma bisogna, dopo, prestare attenzione per evitare il rischio di isolamento. Una musica solo sperimentale, diretta solo agli addetti ai lavori rischia, nel tempo, di far diventare difficile un dialogo con il pubblico.
Un brano che ci sembra diverso dagli altri, forse più sperimentale, sembra essere “Quintino”, come è nato?
“Ero al pianoforte a creare questa melodia e vicino alla coda c’era un amico di mio padre, che stava facendo un lavoro di stucco al muro. Espresse una sua opinione di piacere, era estasiato, e pensai di intitolarla come il suo nome: Quinto, da qui “Quintino”. La parte Free è stata aggiunta successivamente proprio su suggerimento dei ragazzi del gruppo, in questo caso da Piero Simoncini, e, facendo venire fuori questa sorta di esperimento, si concretizza il discorso di lavoro di gruppo”.
La nostra chiacchierata è continuata con accenni alla cura del painting della cover, curata da Mauro Berretti. Abbiamo parlato degli imminenti concerti, la cui prima data utile è per il 17 maggio a Fusignano. Altri eventi sono in fase di definizione e saranno tenuti dal quartetto base, ma spesso, e ben volentieri, con la presenza di Simone Zanchini.
Tanto altro ancora nella nostra piacevole telefonata. Momenti di ulteriore approfondimento della musica del disco ma, anche, momenti di carattere personale e familiare. Noi, però, non andiamo oltre per non diventare banali o noiosi. Conserveremo, come sempre, tutto gelosamente e con la cura e rispetto. Quello che, poi, merita un rapporto professionale e, perché no, di amicizia.
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