Romann – Filip Dinev Trio
Etichetta discografica: Self produced
Data di uscita: 19 gennaio 2024
Filip Dinev, chitarrista e compositore di origine macedone, trasporta gli ascoltatori in un viaggio sonoro unico con il suo secondo album, Romann. Attualmente residente ad Amburgo, in Germania, Dinev ha già fatto parlare di sé guadagnando il titolo di “Miglior Giovane Musicista Jazz del 2020” al Jazz Factory Festival. Questo riconoscimento giunge dopo il successo del suo album di debutto internazionale, “Szvetlo”, dove ha collaborato con il batterista francese Pierre Martin e il contrabbassista ungherese Dani Arday.
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Filip Dinev è noto per il suo tocco organico, il suono unico, il fluire della sua esecuzione e l’approccio compositivo distintivo. La sua musica fonde il jazz con elementi della tradizione balcanica, pop e musica classica. In realtà, noi cogliamo anche un leggero tocco di rock/fusion. Il precedente album, “Szvetlo”, ha ottenuto riconoscimenti su diverse playlist editoriali ufficiali di Spotify, come “All New Jazz” e “New Music Friday Magyarorság”. Inoltre, ha conquistato le onde radiofoniche di stazioni jazz europee di prestigio, tra cui “Karc FM 105.9” e “90.9 Јаzzy Radio”.
Con questa solida base, “Romann” promette di essere un nuovo capitolo emozionante nell’evoluzione musicale di Filip Dinev. Abbiamo ascoltato le 7 tracce che lo compongono e scoperto le sue caratteristiche distintive che lo rendono l’album da non perdere tra le nuove proposte discografiche della settimana, nel panorama jazz contemporaneo.
L’Analisi e le Vibrazioni di Romann
A nostro avviso, “Romann” è l’album che consolida la posizione di Filip Dinev come uno dei talenti più promettenti del jazz continentale. La magia di questo lavoro risiede nella sua capacità di tessere un affascinante intreccio di sonorità, unendo il meglio del panorama balcanico, jazz, e blues in un’unica esperienza uditiva.
Il disco si apre con “Reindeers Quit”, un brano che introduce l’ascoltatore in un mondo sonoro ricco di suggestioni balcaniche. La composizione si distingue per i suoi intricati arrangiamenti, che mettono in risalto la virtuosità di Dinev come chitarrista e compositore.
La traccia successiva, “Should Be Easy”, si distingue per la sua complessità armonica e l’approccio dinamico. “Morgenland” si erge come una traccia significativa, offrendo un’immersione profonda nelle radici balcaniche di Dinev. La fusione di ritmi folk complessi, l’interazione tra i musicisti e la sua abilità compositiva sono evidenti in questa traccia che funge da crocevia tra tradizione e modernità.
Il genio di Dinev emerge anche nella reinterpretazione di “Blackbird” di Lennon/McCartney, un tributo che rivela la sua capacità di trasformare brani iconici con la sua firma musicale unica. Ogni nota racconta una storia, arricchita da una formazione di talento che include Tilman Oberbeck al contrabbasso – che bravo in Hamburg – e Jan Zeimetz alla batteria e percussioni – eccellente la sua improvvisazione su “Blackbird”. L’interplay tra i musicisti è evidente, un equilibrio perfetto tra spontaneità e struttura.
Registrato nel prestigioso MUT! Theater ad Amburgo, l’album cattura l’essenza della performance live, arricchendo ulteriormente l’esperienza d’ascolto.
Track List
Reindeers Quit
Should Be Easy
Morgenland
The Magic Kaval
Last Dance
Blackbird
Hamburg
La voce di Dinev attraverso le corde
Dopo aver detto dei dettagli delle traccie di “Romann”, è il momento di rivolgersi alla voce di Filip Dinev. In un’era in cui il jazz può talvolta rischiare di fossilizzarsi nei canoni del passato, Dinev offre una dichiarazione musicale audace e contemporanea con il suo secondo album.
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Filip sembra comunicare, attraverso le sue composizioni e esecuzioni, che l’album rappresenta un ponte tra le sue radici balcaniche e il panorama musicale contemporaneo. Dinev si distingue per la sua audacia nello sperimentare con riff e temi che si allontanano dai tradizionali stili. Le sperimentazioni di Filip Dinev, basate su influenze descritte dettagliatamente in questo articolo, conducono il trio chitarristico in territori inesplorati. Le composizioni e le esecuzioni, al di là di qualsiasi cliché, portano il jazz di Dinev in una nuova dimensione, avvicinandolo ai maestri del genere come Scofield e McLaughlin.
In definitiva, “Romann” è più di un album jazz; è una dichiarazione di identità, di evoluzione e di sperimentazione. Filip Dinev si distingue come un artista in costante crescita, e il riconoscimento come miglior talento jazz da parte del Jazz Factory Festival sembra essere solo l’inizio di un percorso promettente verso il successo internazionale.
Se avete voglia di ascoltare qualcosa di diverso non perdete questo disco, se volete vedere un vero trio jazz – suonare dal vivo – avete anche il canale Youtube di Filip Dinev. Divertitevi!!!
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