Trait-d’union – Alessandro Bertozzi new album

Trait-d’union tra Jazz, Funk, Ritmi Tribali e… Continenti & Popoli.

Trait-d’union è il titolo del nuovo album del sassofonista emiliano Alessandro Bertozzi. Bertozzi è un musicista che apprezziamo e seguiamo dagl’inizi della nostra avventura nel mondo musicale.

Presentiamo questo disco con un intervista al suo autore.

Alessandro ha alle spalle una carriera ricca di soddisfacenti collaborazioni, partendo da importanti nomi del pop italiano e continuando con acclamati jazzisti internazionali: Hiram Bullock, Randy Brecker, John Patitucci, e tanti altri. La sua musica e i suoi dischi hanno sempre avuto come “tratto di unione” uno stile ricco di linee melodiche e ritmiche che si rifanno ad un jazz ed un funk attuale ed in linea con le composizioni di affermati musicisti d’oltreoceano.

Alessandro Bertozzi
Alessandro Bertozzi

Ciao Alessandro, partiamo dalla tua biografia. Leggiamo che ti sei diplomato alla scuola di Liuteria di Cremona come Maestro Liutaio e che a 16 anni eri già musicista professionista con il tuo sassofono. Mi sarei aspettato uno strumento a corde tra le tue mani?

Ciao.

Allora, la mia educazione musicale inizia ad 8 anni nella banda del paese e quindi era obbligatorio suonare uno strumento a fiato! A parte questo, il suono del sax mi ha sempre affascinato molto, difatti ho iniziato suonando il clarinetto ma poi mi sono dedicato a studiare seriamente il sax.

Ovviamente come ex-liutaio qualche nota al violino la so fare, ma non ti assicuro che sia piacevole…

Ho ascoltato un po’ i tuoi dischi e trovo una certa duttilità, da parte tua, a passare da un genere all’altro. Quali sono state le tue esperienze salienti come musicista?

Fin da ragazzo mi è sempre piaciuto suonare un po’di tutto, di tanti generi musicali diversi. Questo perché secondo me…

…non esistono confini di genere ma esistono due sole tipologie di musica: quella che ti trasmette sensazioni e quella che non te le trasmette.

Ovviamente qualcuno avrà sensazioni da una musica e qualcuno da un’altra, ma questo va al di là del genere musicale.

Ad esempio suonare musica latina mi ha sempre stimolato molto, anche solo per avere sensazioni ritmiche che con altre sonorità non puoi avere. In questo mi ha insegnato molto Paquito D’Rivera, sassofonista che ascolto da sempre. Ma mi piace anche creare atmosfere più rilassate e smooth, come ho fatto ad esempio insieme a Bob James nel mio secondo Cd “Talkin back”. Oppure blues/rock, come i concerti fatti insieme al mitico Hiram Bullock tanti anni fa. È bello variare…

Trait-d’union tra i tuoi lavori è quasi sempre una matrice jazz. Ora più smooth, poi con influenze funk, e l’ultimo con la sperimentazione di ritmi afro-jazz. Trait-d’union, è anche il titolo del tuo ultimo disco con 8 composizioni tue ed inedite. Vuoi parlarcene?

Di questa ultima produzione sono molto soddisfatto, è venuta proprio come l’avevo in mente.

I suoni, i colori e i ritmi tribali africani mi hanno sempre trasmesso delle forti emozioni e in questo Cd ho voluto unire queste sonorità al suono di base che mi accompagna da sempre, cioè il jazz/funky.

Ma per me questo Cd significa anche un’altra cosa importante: unire. I brevi testi delle melodie sono in lingua Wolof e il significato di tutti questi testi è proprio questo: stiamo uniti, camminiamo insieme.

Ho sentito il bisogno, in questo momento storico intriso di odio, di rabbia e di razzismo, di fare qualcosa nel mio piccolo per combattere queste cose. La musica può trasmettere un senso di unità molto più facilmente che  tante parole perché nella musica non ci sono colori o confini, ci sono solo sensazioni.

In Trait-d’union collabori con il vocalist africano Pap Yeri Samb, chi è e come vi siete conosciuti?

In questo caso Internet è stato sicuramente utile, perché ho sentito Pap casualmente su YouTube in un video dell’Orchestra di Piazza Vittorio, un’orchestra multi-etnica di Roma. La sua voce e il suo modo di suonare mi hanno subito convinto, era proprio il suono che avevo in mente io! Così l’ho contattato, ci siamo conosciuti ed è nato questo progetto.

Vuoi parlarci anche degli altri musicisti che hanno collaborato al progetto?

Per il progetto sono stato supportato da musicisti coi quali ho trovato subito una buona intesa sia musicale che personale.

Pap Yeri Samb è proprio la voce giusta che cercavo, la ritmica di Maxx Furian e Alex Carreri hanno il groove giusto che piace a me e le percussioni di Ernesto Nanque da Silva danno i colori giusti a tutto l’insieme.

La cosa bella è che tutti abbiamo collaborato alla realizzazione artistica, ognuno ha messo qualcosa di suo negli 8 brani del Cd. Abbiamo fatto anche due video live direttamente dall’Elfostudio, Samaway e Melodies beweging.

Trait-d'union: la band
Trait-d’union: la band

A maggio Trait-d’union e a settembre l’EP “Sax Alto”, estratto dall’album omonimo. Un disco edito con la stessa etichetta discografica (Level49) ma un lavoro completamente diverso dal punto di vista stilistico e con 5 brani dallo standard pop italiano. Come è nato?

E’ nato perché ci sono melodie italiane bellissime, sia nel pop che nella musica popolare e quindi ho voluto prenderne qualcuna tra quelle che preferisco e riarrangiarle un po’a mio modo.

In fondo, è inutile negarlo, noi italiani siamo molto portati per la melodia, anche perché ci siamo cresciuti dentro… Io in particolare, visto che sono di Roncole Verdi, paese natale di Giuseppe Verdi!

Noto che sei una persona molto attiva dal punto di vista artistico. Immagino che hai già come impegnare il tuo futuro, puoi anticipare qualcosa?

Per presentare questo Cd erano già state organizzate alcune date nei teatri, purtroppo con il problema del Covid19 abbiamo dovuto bloccare il progetto. Ma l’ho solo messo in stand-by, perché l’obiettivo finale di ogni progetto artistico è suonare live.

Suonare nei teatri secondo me, al momento, è ancora l’unico modo per riuscire a trasmettere emozioni a chi ti ascolta, un Cd o un concerto virtuale non sono ancora sufficienti. Allo stesso modo chi si esibisce deve sentire le vibrazioni del pubblico, deve capire se quello che suona dà una sensazione oppure no.

Per questo la mia speranza per il futuro è solo questa, che passi questo brutto momento e si riprenda a fare concerti. Perché senza musica si vive male…

Potete ascoltare il nuovo disco di inediti di Alessandro Bertozzi sulle principali piattaforme di streaming. Per una migliore qualità audio consigliamo l’acquisto di Trait-d’union, disponibile sulle principali piattaforme on-line di vendita di dischi, oppure nei migliori store fisici.


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